Dal 16 al 19 marzo, a Vignola e Savignano sul Panaro, si svolgerà il Ribalta Experimental Film Festival, festival emiliano dall’anima sempre più internazionale, votato al cinema alternativo e sperimentale.
Locandina REFF 2023
Nelle quattro sezioni del festival – Concorso principale, Limina, I film della giuria, Spiragli – saranno presentati 44 film provenienti da tutto il mondo.
Ci saranno ospiti internazionali (Elina Oikari, Barbara Siemaszko, Catriona Gallagher, Olof Thiel) che presenteranno i loro film e artisti con nuove opere in concorso, come Robert Cahen, Claudio Caldini, Richard Tuohy, Hiroya Sakurai e Michele Bernardi.
Molto interessante è il coinvolgimento di giovani studenti; difatti alcuni saranno giurati per le opere in concorso nella sezione Limina e la nuova sezione Spiragli sarà dedicata a opere realizzate dagli allievi della Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini (Ferrara).
Le proiezioni si terranno presso la sede del Circolo Ribalta a Vignola e al Cinema Bristol di Savignano sul Panaro.
La celebre The Film Foundation di Martin Scorsese possiede una restoration screening room, una sala cinematografica on demand che dà la possibilità di godere gratuitamente di alcuni film restaurati dalla Fondazione.
Screenshot dal sito web di The Film Foundation
La programmazione è mensile e comprende i restauri di film classici e indipendenti, documentari e film muti non solo americani.
Le proiezioni sono introdotte da presentazioni in live streaming ogni secondo lunedì del mese e i film restaurati restano disponibili on-demand per 72 ore, ma attenzione, la loro visione non è accessibile in tutti i Paesi.
Anche se impossibilitati alla visione del film, vale comunque la pena visitare il sito della Fondazione perché mette a disposizione una ricca selezione di materiale e di contenuti speciali.
Per esempio, i prossimi film in programmazione sono Caught di Max Ophuls e Force of Evil di Abraham Polosnky e sul sito si può trovare una generosa raccolta di contenuti online di vario genere e tipologia.
Questo servizio ha però un difetto, quello di non fornire in anticipo all’utente le informazioni relative ai Paesi del mondo in cui il film è disponibile.
Aftersun, opera prima della regista scozzese Charlotte Wells, sta facendo parlare di sé dopo essersi distinto a Cannes alla Semaine de la Critique e aver vinto il French Touch Prize of the Jury.
Il film è da vedere e ve lo potete godere sulla piattaforma MUBI, suo distributore ufficiale.
Screenshot dal sito MUBI
Una donna ricorda una vacanza della sua infanzia trascorsa con il giovane padre negli anni ’90 in un villaggio turistico turco.
La vacanza è raccontata sia come ricordo passato, attraverso l’uso di filmini miniDV ripresi dai due protagonisti con una videocamera amatoriale, sia come tempo “presente” e vissuto di nuovo, proponendo una ricostruzione degli anni ’90 attraverso i costumi dei personaggi, gli oggetti e la colonna sonora.
Queste due diverse declinazioni del passato e del ricordo si alternano al tempo dell’attualità della narrazione, quando la donna sta pensando al padre e alla vacanza trascorsa insieme quando lei aveva 11 anni.
Ai ricordi si aggiungono anche i pensieri della figlia, rappresentati da sequenze simboliche e stroboscopiche un poco oscure, le quali fanno intuire allo spettatore che il rapporto tra padre e figlia non era tutto rose e fiori e che il padre appariva agli occhi della figlia come una figura irrequieta, misteriosa e difficile da comprendere.
Non si vuole entrare troppo nei dettagli per non fare spoiler, però è giusto sottolineare la complessità temporale e narrativa del film perché tutti gli elementi si amalgamano talmente bene e in modo perfetto da far sembrare la storia una tipica struttura narrativa semplice e lineare, ma in realtà non lo è e tale complessità è gestita in modo sorprendente, soprattutto se si pensa che si sta guardando un’opera prima.
Nonostante in alcune sequenze le riprese sembrino restituire un ritmo lento e statico, il film è davvero scorrevole e mai noioso.
In queste sequenze, i movimenti lenti e continui della macchina da presa regalano alle scene una particolare dinamicità e determinano uno stile registico piacevole, originale e personale.
Le immagini dal vero e quelle in miniDV, le fantasie e i ricordi, i ritmi e gli stili diversi di ripresa, l’ alternanza di una visione più infantile e di una più adulta, un uso del sound design e della colonna sonora davvero interessanti in alcune sequenze, fanno di questo film un delicato e malinconico gioiellinodi regia indipendente, un prodotto adatto sia ad un pubblico di nicchia, sai ad un pubblico mainstream di larghe vedute.
Last, but not least, le casting est superb e Paul Mescal e Frankie Corio sono bravissimi.
Anche quest’anno non poteva mancare il Calendario dei Festival di Cinema Sperimentale.
Come sempre, il calendario sarà aggiornato e arricchito costantemente durante l’anno.
Il file è scaricabile dalla paginaFestivals Calendar 2023, raggiungibile dal menù principale della Homepage, selezionando la voce del menù Experimental Film Festivals.
Se organizzi un festival e vuoi farlo apparire sul calendario, scrivimi (pagina Contatti).
Also this year the Calendar of Experimental Film Festivals could not be missed.
As always, the calendar will be constantly updated and enriched throughout the year.
The calendar can be downloaded from the Festivals Calendar 2023page which can be reached from the mainmenu of the blog’s Homepage, by selecting the Experimental Film Festivalsmenuitem.
If you organize a festival and you want it to be mentioned, let me know (Contact page).
Con questo breve articolo si vuole avvisare che oggi è l’ultimo giorno per vedere su RaiPlay la selezione 𝐇𝐨𝐦𝐞𝐌𝐨𝐯𝐢𝐞𝐬𝟏𝟎𝟎 – 𝐋𝐚 𝐫𝐢𝐯𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐭𝐡𝐞́ 𝐁𝐚𝐛𝐲, una serie di video, precisamente sette, che mostrano alcune raccolte di film Pathé Baby conservati dall’archivio Home Movies – Archivio Nazionale del film di famiglia, il quale festeggia il centenario del mitico formato ridotto comparso nel 1922. Direi di approfittare di questa rara e preziosa occasione per compiere un viaggio nel patrimonio cinematografico amatoriale.
Esordio alla regia di un lungometraggio di Martine Syms, artista americana di Los Angeles.
Il film si apre con un esame di laurea alla Magistrale d’Arte della protagonista, una sequenza surreale, nel complesso grottesco e ridicolo, un momento ironico ricco di frasi vuote e di citazioni senza senso, ma assolutamente realistico per chi conosce un minimo il mondo dell’arte contemporanea.
(screenshot dal sito MUBI)
Anche la protagonista del film è un cliché, quello dell’artista che non sa cosa fare del suo futuro e fa uso di varie sostanze, vive di citazioni, di contrapposizione tra reale e virtuale, tra realistico e artistico.
Si intuisce che la regista proviene dal mondo della videoarte grazie all’ utilizzo non convenzionale dei suoni e della colonna sonora ed è subito evidente che si tratta di un esordio, infatti ci sono pochi movimenti di macchina da presa.
Alcuni momenti della sceneggiatura sono resi con soluzioni visive molto originali, ma poco cinematografiche e figlie di un’estetica da social media e da device mobile.
Film noioso che dura troppo, ma con una piacevole e sottile ironia di fondo e un uso divertente e molto personale delle luci colorate, soprattutto nelle sequenze in cui la protagonista ha allucinazioni da mix di droghe.
Un esordio senza infamia e senza lode, con un ottimo utilizzo della luce e della color correction.
La quarantesima edizione del Torino Film Festival festeggia i cent’anni del formato ridotto 9,5mm con una serata ad esso dedicata.
Sabato 26 novembre alle ore 19:30, nella sala Massimo3 (qui il link al programma del Festival), saranno proiettate alcune pellicole 9,5mm.
La serata si chiama Back To Life e presenta una selezione di pellicole di autori vari, databili tra il 1922 – anno di nascita del 9,5mm – e il 1951.
Riguardo ad uno dei film che saranno proiettati, vi è una storia curiosa che merita di essere raccontata.
All’ultimo posto dell’elenco dei film in programma il 23 novembre, trovate questo titolo: Il tesoro della caverna (anni ’20).
Si tratta di un film inedito, L’occhio di Shivah, il tesoro della Caverna, un cortometraggio ritrovato a Messina in una scatola di latta, in mezzo a tante altre pellicole custodite dall’ex Museo del Cinema cittadino.
Una volta ritrovato, il film è stato affidato alle cure di un ragazzo – Maurilio Forestieri – che fa parte di una realtà stupenda, la Cineteca dello Stretto, un gruppo di angeli del cinema che con passione e dedizione raccoglie, studia, cataloga e si prende cura di vecchio materiale cinematografico rimasto solo e trascurato per anni.
La pellicola viene restaurata e montata durante un tirocinio effettuato da Forestieri presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Dalle informazioni raccolte dai ragazzi della cineteca messinese, si tratterebbe di un film girato da un milanese. A questo punto sono curiosissima e mi chiedo come sia finito a Messina un corto amatoriale girato da un milanese.
A questa domanda potranno rispondere solo i ragazzi della Cineteca dello Stretto che cercano di dare risposte ai misteri che circondano l’affascinante mondo del cinema antico che conservano.
Consiglio a tutti gli appassionati di cinema di seguire il lavoro di questo magnifico e instancabile gruppo siciliano di sognatori.
Tornando al festival torinese, ecco il programma delle proiezioni della serata Back To Life:
Vita torinese (fine anni ’30), Italia, 10’, filmato amatoriale.
Motoscafi, Italia, 1936, 2’.
Gita al mare, Italia, 1940 ca, 4’, film di famiglia.
Dopolavoro STIPEL, Italia, 1941-1951, 10’.
Torino. La città mutilata dalla R.A.F., Italia 1942, 5’.
Parata della Liberazione. 1944-1945, 3’.
Sangue e baffi, Italia, 1940 ca, 2’, film di famiglia.
Orlando furioso, Italia, 1940 ca, 8’, film di famiglia.
Burattini (da «Burattini e ghiandaie»), Italia, 1’, immagini amatoriali.
Il tesoro della caverna (anni ’20), film amatoriale realizzato da una famiglia di origini lombarde. Il film racconta le avventure di Albert e Dolly durante le ricerche di un tesoro in India. E’ un restauro digitale realizzato nel 2022 presso il laboratorio della Cineteca durante un tirocinio.
(Fonti principali: profili social della Cineteca dello Stretto, Normanno, sito del Torino Film Festival)
Negli spazi di Pirelli HangarBicocca è di scena la mostra Sunshine State dedicata a Steve McQueen, regista inglese di origine caraibica e vincitore di un premio Oscar.
La mostra si apre con immagini della Statua della Libertà ripresa da un elicottero e proiettate su due bellissimi schermi giganti arrivati appositamente a Milano dagli Stati Uniti.
Il percorso espositivo continua con due proiettori caricati con pellicole 16 mm che mostrano porzioni di corpi, soggetto sempre presente nel cinema e nella video-arte di McQueen, e da un film girato in una miniera sudafricana in formato Super 8.
L’installazione più interessante è Sunshine State quella che dà il nome alla mostra e consiste in due schermi posti uno di fianco all’altro che proiettano in loop immagini a colori del sole, intervallate da alcune sequenze del film in bianco e nero “Il cantante di jazz” (1927), il primo film parzialmente sonoro della storia del cinema.
Il protagonista del film, un cantante di jazz bianco, si finge nero colorandosi il volto con del trucco scuro per poter lavorare come cantante e musicista. Il film è stato manipolato con una certosina operazione di post-produzione e viene proposto allo spettatore in due versioni proiettate l’una di fianco all’altra, una versione in bianco e nero, l’altra in negativo.
In entrambe le versioni, il lavoro di post-produzione enfatizza il diventare nero del protagonista cancellando del tutto dall’immagine le porzioni di pelle truccate. In questo modo, la pelle del cantante di jazz sparisce come se il regista volesse dirci che il nero è stato un colore invisibile a Hollywood per tanti anni e che un protagonista nero si è visto solo in epoca recente.
Il corpo, la libertà, l’identità e la dignità sono temi ed elementi importanti e presenti nel lavoro del regista, sia nella produzione cinematografica narrativa e non sperimentale, sia nella sua video-arte.
La mostra è in corso fino al 31 luglio, quindi affrettatevi a visitarla se non l’avete ancora fatto.
Da giovedì 16 a sabato 18 giugno si terrà a Napoli la nuova edizione in presenza dell’ INDEPENDENT FILM SHOW, rassegna di cinema sperimentale organizzata da E-M ARTS e Fondazione Morra, in collaborazione con Goethe Institut Neapel.
Il programma della tre giorni propone una selezione di film dell’artista Jasmine Clotilde Pisapia, le opere artigianali di Thomas Bartels, i FILM POEM di Telemach Wiesinger, le visioni de-coloniali di Masha Godovannaya, le performance di Greg Pope, la BIOSFERA di Karel Doing, il cinema esplorativo di Richard Tuohy e Dianna Barrie.
Oltre alla proiezione dei film sperimentali, la rassegna partenopea offre una chicca, anzi tre chicche, ovvero la possibilità di partecipare ad una lezione e a due workshop:
Photographyc darkroom works, lezione di Telemach Wiesinger;
Phytography, workshop di Karel Doing;
Neither Black nor White: simple tinting and toning in 16mm, workshop dei noti artisti australiani Richard Tuohy e Dianna Barrie.
Personalmente, credo che questi tre appuntamenti siano i fiori all’occhiello dell’ evento, quindi un grande “Bravo” agli organizzatori e preparatevi ad un tripudio di proiettori accesi ❤.
“Il Centro nazionale Oleksandr Dovzhenko insieme al Centro d’arte municipale di Lviv continua la serie di proiezioni dei migliori film della storia del cinema ucraino.
La cooperazione ha luogo per conoscere i dipendenti del più grande archivio cinematografico dell’Ucraina e i risultati delle loro attività, e per l’equilibrio mentale durante la guerra attraverso contenuti reali ucraini. I critici cinematografici che modereranno gli incontri cinematografici: Arseniy Knyazkov, Stanislav Bytyutky, Oleksandr Telyuk.”
Questo è ciò che si legge sul profilo Facebook del centro artistico di Lviv che ospita le proiezioni del Centro Oleksandr Dovzhenko di Kiev.
Gli ucraini fanno cinema durante la guerra e proiettano film sotto le bombe.
Organizzano gli eventi e interrompono le proiezioni quando scatta la sirena dell’allarme antiaereo e, terminata l’emergenza, ricominciano a fare cultura.
Il mio personale Oscar 2022 è tutto per loro.
Viva gli ucraini e viva il cinema.
Siti di riferimento dove si possono trovare informazioni sulle attività dei due centri culturali e per sostenere le loro iniziative: