Interno giorno.
Sabato pomeriggio.
Casa mia.
Al riparo da un nemico invisibile che sta spaventando noi italiani ed il mondo intero.
No, non è un film, è la bastarda realtà.
Le notizie che entrano in casa e che arrivano dalle prime linee (Ospedali, RSA) sono tragiche e terrorizzanti, una sceneggiatura crudele che supera qualsiasi immaginazione cinematografica.
Sappiamo tutti che la nostra bellissima “casa” ed i nostri antenati sono stati travolti da pandemie, ci ricordiamo tutti della peste manzoniana, ma un conto è leggerne su un libro di Storia, un altro è viverla e trovarcisi in mezzo, entrare prepotentemente nella Storia da protagonisti e ritrovarsi travolti e insicuri, senza una prospettiva certa e con la paura di essere contagiati noi stessi e di mettere a rischio la vita dei nostri cari.
Io non so se ci sia un senso in tutto questo, non so neanche se sia sensato cercarne uno. So che l’unica risposta è la scienza, ma non posso fare a meno di viaggiare con la mente, fantasticare e farmi domande.
Non so se un ca**o di pipistrello abbia voluto vendicare un secolo di soprusi, non so se esista un disegno più grande o divino, non so se il nostro sistema naturale stia cercando di ritrovare un equilibrio perduto, non so se ci sia una forza, un’energia che tira fili invisibili e crudeli allo scopo di raggiungere una nuova condizione. Non lo so e questa incertezza è destabilizzante.
Da dicembre ad oggi ho trascurato la parte più visibile del blog, quella in cui sto scrivendo, ovvero le recensioni e le news, ma negli ultimi mesi ho sviluppato tutta una parte meno visibile, quella relativa ai Festival, che mi ha dato alcune soddisfazioni. Mi sono impegnata in un lavoro di divulgazione sui social network che al momento sta rallentando per motivi non solo esterni, ma anche interiori.
Cercherò di riprendere in mano la mia mente razionale al più presto, facendo in modo di non far vincere quella emotiva che vuole sempre informarsi e cercare ossessivamente news sul virus. Questo dualismo ha come risultato la deconcentrazione continua e l’impossibilità di guardare un film nella sua interezza.
La mente vola sempre ai più deboli, a chi, in Ospedale, sta lottando da solo per sopravvivere e ai nostri eroi, medici, infermieri, ecc., che stanno facendo l’impossibile per aiutarli nella loro lotta per la vita.
L’unico modo per aiutarli veramente e concretamente è stare a casa al sicuro.
Facciamo in modo che quando questo momento terribile ed infernale della nostra storia umana sarà raccontato in un film, non si parlerà di un’ecatombe senza precedenti.
Grazie e un abbraccio a tutti.
#iostoacasa
#stateacasa
Mi sono commossa
Grazie mille per il commento.