Curiosità

Curiosità: la restoration screening room della The Film Foundation di Martin Scorsese

La celebre The Film Foundation di Martin Scorsese possiede una restoration screening room, una sala cinematografica on demand che dà la possibilità di godere gratuitamente di alcuni film restaurati dalla Fondazione.

Screenshot dal sito web di The Film Foundation

La programmazione è mensile e comprende i restauri di film classici e indipendenti, documentari e film muti non solo americani.

Le proiezioni sono introdotte da presentazioni in live streaming ogni secondo lunedì del mese e i film restaurati restano disponibili on-demand per 72 ore, ma attenzione, la loro visione non è accessibile in tutti i Paesi.

Anche se impossibilitati alla visione del film, vale comunque la pena visitare il sito della Fondazione perché mette a disposizione una ricca selezione di materiale e di contenuti speciali.

Per esempio, i prossimi film in programmazione sono Caught di Max Ophuls e Force of Evil di Abraham Polosnky e sul sito si può trovare una generosa raccolta di contenuti online di vario genere e tipologia.

Questo servizio ha però un difetto, quello di non fornire in anticipo all’utente le informazioni relative ai Paesi del mondo in cui il film è disponibile.

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Ultimo giorno di HomeMovies100 – La rivoluzione del Pathé Baby su RaiPlay

Con questo breve articolo si vuole avvisare che oggi è l’ultimo giorno per vedere su RaiPlay la selezione 𝐇𝐨𝐦𝐞𝐌𝐨𝐯𝐢𝐞𝐬𝟏𝟎𝟎 – 𝐋𝐚 𝐫𝐢𝐯𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐚𝐭𝐡𝐞́ 𝐁𝐚𝐛𝐲, una serie di video, precisamente sette, che mostrano alcune raccolte di film Pathé Baby conservati dall’archivio Home Movies – Archivio Nazionale del film di famiglia, il quale festeggia il centenario del mitico formato ridotto comparso nel 1922.
Direi di approfittare di questa rara e preziosa occasione per compiere un viaggio nel patrimonio cinematografico amatoriale.

Buona visione.


Back to Life – Una serata in formato ridotto al Torino Film Festival

(Screenshot dal sito del Torino Film Festival)

La quarantesima edizione del Torino Film Festival festeggia i cent’anni del formato ridotto 9,5mm con una serata ad esso dedicata.

Sabato 26 novembre alle ore 19:30, nella sala Massimo3 (qui il link al programma del Festival), saranno proiettate alcune pellicole 9,5mm.

La serata si chiama Back To Life e presenta una selezione di pellicole di autori vari, databili tra il 1922 – anno di nascita del 9,5mm – e il 1951.

Riguardo ad uno dei film che saranno proiettati, vi è una storia curiosa che merita di essere raccontata.

All’ultimo posto dell’elenco dei film in programma il 23 novembre, trovate questo titolo: Il tesoro della caverna (anni ’20).

Si tratta di un film inedito, L’occhio di Shivah, il tesoro della Caverna, un cortometraggio ritrovato a Messina in una scatola di latta, in mezzo a tante altre pellicole custodite dall’ex Museo del Cinema cittadino.

Una volta ritrovato, il film è stato affidato alle cure di un ragazzo – Maurilio Forestieri – che fa parte di una realtà stupenda, la Cineteca dello Stretto, un gruppo di angeli del cinema che con passione e dedizione raccoglie, studia, cataloga e si prende cura di vecchio materiale cinematografico rimasto solo e trascurato per anni.

La pellicola viene restaurata e montata durante un tirocinio effettuato da Forestieri presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Dalle informazioni raccolte dai ragazzi della cineteca messinese, si tratterebbe di un film girato da un milanese. A questo punto sono curiosissima e mi chiedo come sia finito a Messina un corto amatoriale girato da un milanese.

A questa domanda potranno rispondere solo i ragazzi della Cineteca dello Stretto che cercano di dare risposte ai misteri che circondano l’affascinante mondo del cinema antico che conservano.

Consiglio a tutti gli appassionati di cinema di seguire il lavoro di questo magnifico e instancabile gruppo siciliano di sognatori.

Potete farlo seguendo i loro profili social:

Tornando al festival torinese, ecco il programma delle proiezioni della serata Back To Life:

Vita torinese (fine anni ’30), Italia, 10’, filmato amatoriale.

Motoscafi, Italia, 1936, 2’.

Gita al mare, Italia, 1940 ca, 4’, film di famiglia.

Dopolavoro STIPEL, Italia, 1941-1951, 10’.

Torino. La città mutilata dalla R.A.F., Italia 1942, 5’.

Parata della Liberazione. 1944-1945, 3’.

Sangue e baffi, Italia, 1940 ca, 2’, film di famiglia.

Orlando furioso, Italia, 1940 ca, 8’, film di famiglia.

Burattini (da «Burattini e ghiandaie»), Italia, 1’, immagini amatoriali.

Il tesoro della caverna (anni ’20), film amatoriale realizzato da una famiglia di origini lombarde. Il film racconta le avventure di Albert e Dolly durante le ricerche di un tesoro in India. E’ un restauro digitale realizzato nel 2022 presso il laboratorio della Cineteca durante un tirocinio.   

(Fonti principali: profili social della Cineteca dello Stretto, Normanno, sito del Torino Film Festival)

Steve McQueen in mostra a Milano

Negli spazi di Pirelli HangarBicocca è di scena la mostra Sunshine State dedicata a Steve McQueen, regista inglese di origine caraibica e vincitore di un premio Oscar.

La mostra si apre con immagini della Statua della Libertà ripresa da un elicottero e proiettate su due bellissimi schermi giganti arrivati appositamente a Milano dagli Stati Uniti.

Il percorso espositivo continua con due proiettori caricati con pellicole 16 mm che mostrano porzioni di corpi, soggetto sempre presente nel cinema e nella video-arte di McQueen, e da un film girato in una miniera sudafricana in formato Super 8.

L’installazione più interessante è Sunshine State quella che dà il nome alla mostra e consiste in due schermi posti uno di fianco all’altro che proiettano in loop immagini a colori del sole, intervallate da alcune sequenze del film in bianco e nero “Il cantante di jazz” (1927), il primo film parzialmente sonoro della storia del cinema.

Il protagonista del film, un cantante di jazz bianco, si finge nero colorandosi il volto con del trucco scuro per poter lavorare come cantante e musicista. Il film è stato manipolato con una certosina operazione di post-produzione e viene proposto allo spettatore in due versioni proiettate l’una di fianco all’altra, una versione in bianco e nero, l’altra in negativo.

In entrambe le versioni, il lavoro di post-produzione enfatizza il diventare nero del protagonista cancellando del tutto dall’immagine le porzioni di pelle truccate. In questo modo, la pelle del cantante di jazz sparisce come se il regista volesse dirci che il nero è stato un colore invisibile a Hollywood per tanti anni e che un protagonista nero si è visto solo in epoca recente.

Il corpo, la libertà, l’identità e la dignità sono temi ed elementi importanti e presenti nel lavoro del regista, sia nella produzione cinematografica narrativa e non sperimentale, sia nella sua video-arte.

La mostra è in corso fino al 31 luglio, quindi affrettatevi a visitarla se non l’avete ancora fatto.

Oscar 2022:…and the Oscar goes to…The Oleksandr Dovzhenko National Centre (Dovzhenko Centre) together with the Lviv Municipal Art Center.

“Il Centro nazionale Oleksandr Dovzhenko insieme al Centro d’arte municipale di Lviv continua la serie di proiezioni dei migliori film della storia del cinema ucraino.

La cooperazione ha luogo per conoscere i dipendenti del più grande archivio cinematografico dell’Ucraina e i risultati delle loro attività, e per l’equilibrio mentale durante la guerra attraverso contenuti reali ucraini. I critici cinematografici che modereranno gli incontri cinematografici: Arseniy Knyazkov, Stanislav Bytyutky, Oleksandr Telyuk.”

Questo è ciò che si legge sul profilo Facebook del centro artistico di Lviv che ospita le proiezioni del Centro Oleksandr Dovzhenko di Kiev.

Gli ucraini fanno cinema durante la guerra e proiettano film sotto le bombe.

Organizzano gli eventi e interrompono le proiezioni quando scatta la sirena dell’allarme antiaereo e, terminata l’emergenza, ricominciano a fare cultura.

Il mio personale Oscar 2022 è tutto per loro.

Viva gli ucraini e viva il cinema.

Siti di riferimento dove si possono trovare informazioni sulle attività dei due centri culturali e per sostenere le loro iniziative:

Montegelato, l’archivio come non l’avete mai visto.

Qualche mese fa ho iniziato una ricerca sull’esistenza di opere audiovisive che si basassero sul riciclo di immagini già esistenti e che superassero i confini del cinema.

La mia mente era arrivata a pensare che magari, da qualche parte nel mondo, esistessero registi che avessero realizzato found footage film esperibili con la realtà virtuale e ho pure presentato un progetto di ricerca sull’argomento.

I miei sono rimasti pensieri astratti fino a settimana scorsa, quando ho scoperto l’esistenza di Montegelato, un bellissimo film di montaggio o, per meglio dire, una bellissima esperienza found footage in concorso alla Biennale Cinema 2021, nella sezione Venice VR Expandend.

L’opera è stata realizzata da Davide Rapp, artista filmmaker e direttore creativo di -orama, un team competente e instancabile con base a Milano.

Ho avuto il privilegio di visionare Montegelato nello studio milanese e devo dire che in quello spazio ho visto e percepito passione, visione, innovazione, lavoro certosino, studio, ricerca e tenacia, tutte qualità che si riflettono nell’ opera che hanno realizzato, originale e unica.

Posso tranquillamente affermare che il film rappresenta un unicum nel panorama del found footage cinema.

L’opera raccoglie in sé stessa centinaia di sequenze di film della storia del cinema, tutte girate presso le cascate di Monte Gelato, un set cinematografico a cielo aperto e, a quanto pare, apprezzato dalle produzioni cinematografiche capitoline.

Montegelato rappresenta un lavoro con l’archivio davvero originale, non solo per l’utilizzo della realtà virtuale come medium, ma anche dal punto di vista produttivo.

Le sequenze dei film utilizzate sono state sapientemente e pazientemente manipolate, montate e posizionate nello spazio virtuale grazie all’inventiva del team, che ha esplorato le potenzialità espressive del software, un lavoro artigianale in digitale che ricorda quello degli artisti artigiani del found footage, quelli che manipolano il materiale pellicola manualmente, inventando nuove strade espressive.

Con Montegelato, Davide Rapp e il suo team hanno aperto e inaugurato una nuova strada nel found footage cinema.

Ad maiora.

(Frames gentilmente concessi dall’autore).

Longtake, Bergman, Maya (e me).

Qualche giorno fa si è concluso un workshop online davvero molto interessante e stimolante sul cinema di Ingmar Bergman.

Il workshop era organizzato da Longtake.

I partecipanti potevano inviare un proprio elaborato scritto che affrontasse il cinema di Bergman, con la possibilità di essere pubblicati sul sito.

Il pezzo che ho proposto – Ingmar e Maya, così lontani, così vicini – è stato selezionato e pubblicato insieme ad altri inviati alla redazione.

Son soddisfazioni. 🙂

Se vi interessa, il mio pezzo e gli altri elaborati li trovate qui https://www.longtake.it/news/il-cinema-di-ingmar-bergman-le-vostre-analisi

Buona lettura!

Ecco una lista utile per tutti gli appassionati del mondo analogico.

Segnalo una lista online molto interessante sul mondo dell’analogico realizzata dal collettivo Mundo em Fuoco.

La lista si chiama IAL – International Analog List ed è aperta alla collaborazione di tutti gli interessati.

Sono presenti anche alcune informazioni relative all’Italia.

Apprezzo molto le liste aperte alla collaborazione di tutti, possono essere un’ utile fonte di informazioni e far risparmiare tempo nella fase di ricerca nei meandri del web.

E’ un pò di tempo che penso di crearne una sull’universo Found Footage, sfruttando le potenzialità di Google. Appena sarà realizzata, sarete subito avvisati.