byNWR

Expiring film: Walk the Walk

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Expiring date: 31/07/2019

Piattaforma: Mubi


Regia: Jac Zacha.
Pellicola: 35mm a colori ritrovata in un laboratorio abbandonato e restaurata dal mitico team di byNWR (piattaforma creata dal filmmaker Nicholas Winding Refn).

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Film di genere exploitation prodotto da Kroger Babb, narra la storia di un seminarista vittima della sua dipendenza da eroina e delle peripezie che affronta alla ricerca disperata di una dose tra i pusher di Los Angeles.

Come vuole il genere, il film ha alcuni riferimenti all’erotismo e alla religione, strizza l’occhio alla sottocultura psichedelica e hippy di quegli anni, racconta una storia provocatoria per stupire e, allo stesso tempo, per educare, mettendo in guardia lo spettatore dall’uso delle droghe (buone intenzioni finalizzate non solo al “sociale”, ma anche all’evitare la censura americana).

Questo stile ambiguo caratterizzava molti film prodotti e distribuiti da Kroger Babb, showman, produttore televisivo e cinematografico specializzato in exploitation film, finalizzati alla provocazione, al sensazionalismo a scopo di marketing, all’educazione sessuale, alla moralità e alla lotta alle droghe.

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Il film è stato scritto, diretto e prodotto da Jac Zacha, attore e regista americano di Cincinnati. Per ammissione dello stesso regista,si tratta di un film autobiografico.

Zacha era figlio di un’alcolista e di un tossicodipendente e, come il protagonista, è entrato in seminario molto giovane. Contrariamente al personaggio da lui scritto, Zacha ha abbandonato la carriera da prete per lavorare con il padre nel mondo del cinema, diventando per qualche tempo dipendente della Paramount.

Lo stesso regista ha raccontato che la dipendenza da alcool e da eroina lo ha portato ad avere una brutta fama sul set, fama che lo ha costretto ad abbandonare per un pò di tempo il cinema ed il sogno di diventare regista.

Il film in sé stesso è senza lode, l’ho trovato alquanto noioso con una sceneggiatura piuttosto superficiale. Devo ricordare che si tratta di un film ritrovato e che in alcuni momenti sembra essere incompleto, come se mancassero alcuni pezzi.

Le informazioni sul restauro sono poche; il team byNWR ha dichiarato:

“Il film più raro che il team byNWR ha restaurato finora, Walk the Walk fu trovato in un laboratorio ormai chiuso ed è stato restaurato a partire dagli unici materiali fisici rimasti. Ci sono volute ore per riparare i danni al colore a causa delle cattive condizioni di conservazione.”

Nonostante non sia stato di mio gradimento, oramai non riesco più a resistere davanti a un film con il marchio byNWR. La qualità dei loro restauri è ottima e il lavoro di recupero dei film sconosciuti e dimenticati della sottocultura americana è ammirevole.

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(Fonti: Mubi; byNWR; blog)

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Expiring Film: Satan in High Heels

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Expiring date: 03/03/2019

Piattaforma: Mubi


Regia: Jerald Intrator
Pellicola: 35mm b/n ritrovata in un laboratorio e restaurata da byNWR (piattaforma creata dal filmmaker Nicholas Winding Refn).

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Il film del 1962 viene definito “film di genere sexploitation“; in realtà è un film alquanto pudìco e senza scene di nudo che caratterizzano il genere. La pellicola è stata prodotta da un editore di fetish magazines (Leonard Burtmane), quindi ci si aspetterebbe un film piuttosto eccentrico o spinto, invece gli unici elementi riconducibili al mondo fetish sono elementi di “costume”, ovvero alcuni abiti in pelle indossati dalla protagonista che in una sequenza del film impugna una frusta a favore di un fotografo intento a realizzare un servizio fotografico.

Girato prevalentemente in un night club newyorkese, con protagonista una femme fatale manipolatrice e senza scrupoli, il film potrebbe ricordare i vecchi film noir, ma non si può neanche definire “noir” in senso stretto. Il personaggio femminile principale strizza l’occhio alle femme fatale di una volta, ma non è paragonabile alle donne fatali che si stagliavano bellissime e misteriose nella penombra dei night club e delle ambientazioni dei classici noir americani; anche lo stile della fotografia non lo rende definibile come noir.

La pellicola si divide in due parti, una prima parte avvincente e stimolante e una seconda parte meno interessante e più noiosa che si trascina fino alla conclusione, perdendo il senso del ritmo, nonostante un’ottima e coinvolgente colonna sonora jazz composta dal chitarrista James Mundell Lowe.

Il risultato del restauro della pellicola sembra ottimo sia a livello visivo che a livello sonoro.
Purtroppo non è oro tutto ciò che luccica; durante la visione si rischia qualche sbadiglio, precisamente se ne rischiano almeno due.

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