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Strabiche news: AUDIOVISIVA, la nuova piattaforma dei documentari indipendenti.

AudiovisivaHomepage

E’ online audiovisiva.org, una nuova piattaforma streaming on demand, votata alla diffusione della cultura italiana nel mondo, attraverso la distribuzione di documentari indipendenti.

I film proposti dalla piattaforma sono primi piani di figure di spicco della cultura italiana, declinata nei suoi molteplici ambiti – architettura, design, cinema, fotografia, pittura e musica – un viaggio affascinante ed esplorativo tra nomi e personalità come Gabriele Basilico, Mimmo Jodice, Giuliano Montaldo, solo per citarne alcuni.

Audiovisiva – Ricerca per categorie (Filter by topic)

Audiovisiva è un progetto culturale che nasce come Impresa sociale e i cui contenuti sono accessibili e a disposizione non solo del singolo utente, ma anche di scuole, di università e di chi fa ricerca. Difatti, uno degli obiettivi della piattaforma è quello di diventare un canale di riferimento per la fruizione del documentario da parte del settore educativo e didattico.

Per ora, il catalogo conta di 40 titoli disponibili alla visione, ma navigando nell’indice dei nomi dei protagonisti e dei film ad essi dedicati, si nota quanto il catalogo potrà potenzialmente arricchirsi e diventare una cospìcua porta d’accesso al mondo del documentario indipendente.

Audiovisiva – Ricerca per nome (Filter by name)

Alcuni film proposti sono gratuiti, altri sono fruibili a pagamento. Il 70% dei proventi raccolti dalla visione dei film vanno a chi detiene i diritti dell’opera indipendente, mentre il 30% rimane alla piattaforma per coprire i costi. Inoltre, i documentari sono visionabili direttamente su Audiovisiva o su piattaforme esterne alle quali si viene indirizzati dalla piattaforma stessa.

Ad esempio, se si sceglie di vedere il documentario Burri, una vita di Giovanni Caradente, un click ci accompagna direttamente su YouTube, invece se si vuole visionare Giancarlo Vitali. Time out di Francesco Clerici, lo si può noleggiare o acquistare e guardare direttamente su Audiovisiva.

Messi insieme, tutti questi racconti creano un archivio culturale prezioso.

Non si finisce mai di dire che gli italiani abbiano poca memoria e si dimentichino facilmente e velocemente delle grandi personalità che l’hanno attraversata e vissuta. Ecco, questa piattaforma può aiutarci a non dimenticare.

E’ inutile dire che ho già registrato un account e sto spulciando il catalogo per creare il mio palinsesto personale, un mini archivio della memoria on demand.

Memoria dei fluidi (Giuseppe Penone)

[Le immagini sono state gentilmente concesse da Audiovisiva.]

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Strabiche visioni: “This is everything: Gigi Gorgeous”

Oggi scrivo un post su un film all’apparenza semplice ma che, a mio parere, implica alcune riflessioni relative agli “archivi” e alle immagini diffuse sui social.

locandina

immagine trovata su Google

Documentario prodotto da YouTube Red Original Movies e disponibile sulla nota piattaforma di video (versione Premium), il film narra la storia di una famosa youtuber transgender canadese oggi 26enne: Gregory/Gigi Gorgeous.

Gregory, adolescente eccentrico, estroso, dichiaratamente omosessuale e alle prese con una società poco incline ad accettarne l’eccentricità, è diventato famoso grazie a video tutorial di make-up registrati nella sua stanzetta e a video cronache delle sue difficoltà, pregiudizi e disavventure quotidiane legate al suo estro.

Dopo aver compiuto vent’anni, Gregory decide di diventare Gigi e di condividere i momenti più importanti e intimi della sua transizione con i numerosi e affezionati followers.

Il film in sé stesso è un semplice documentario che alterna video tutorial girati dall’adolescente, momenti quotidiani ripresi con il cellulare, interviste agli affettuosi famigliari del giovane e immagini tratte dai video di famiglia che ci mostrano la storia del ragazzo dall’infanzia alle trasformazioni successive.

Infatti Gregory passa dall’essere uno sconosciuto adolescente appassionato di fashion e di make-up, a famoso e ascoltato youtuber rincorso dai fan e dai brand in cerca di influencers a scopo di marketing.

Inoltre, Gregory compie la trasformazione più radicale, quella di sesso, una graduale transizione che lo porta a cambiare il proprio nome in Gigi, transizione raccontata ai followers tramite video condivisi su YouTube.

Il film è un buon film di montaggio diretto da Barbara Koppler, produttrice e regista americana vincitrice di un Oscar per il documentario Harlan County, USA del 1976.

Il film non è tanto interessante dal punto rivista tecnico o estetico perché il montaggio è semplice, lineare, classico, racconta la vita della protagonista seguendo l’ ordine cronologico degli eventi, ma è interessante dal punto di vista del soggetto narrato, ovvero la storia di una giovane star del web che mostra con estrema naturalezza momenti molto importanti, intimi e privati della sua vita, una naturalezza probabilmente ascrivibile alla tendenza oramai irreversibile dell’odierna comunicazione social, dove le persone, soprattutto i più giovani, condividono molto di ciò che li riguarda.

Il film ha suscitato alcune riflessioni. Una di queste riguarda le immagini d’archivio utilizzate per realizzare il film: video tutorial, video di famiglia ripresi con telecamere di bassa qualità risalenti agli inizi ’90 e immagini riprese dal cellulare o webcam.

L’archivio di Gigi, ragazza degli anni ’90, è un archivio composto nella sua totalità da immagini digitali realizzate con telecamere di livello “consumer” oramai accettate dal pubblico cinefilo e non, pubblico che, in questo caso specifico, forse è più corretto chiamare viewer.

In questo film, a mio parere, la vera storyteller-sceneggiatrice e regista è Gigi più che Koppler, la quale ha girato le interviste ai famigliari della ragazza (uniche immagini di alta qualità e create ad hoc per il film) e ha messo insieme i pezzi di un archivio già selezionato e diffuso sui canali social dalla protagonista stessa.

Oggi come oggi ognuno può creare un archivio di sé potenzialmente infinito, dinamico e continuamente auto selezionato e il proprio canale YouTube o il proprio profilo Instagram diventano il luogo e il mezzo con i quali questo archivio pre-selezionato di sé può essere diffuso, visto e continuamente arricchito.

Insomma, oggi chiunque può diventare documentarista di sé stesso anche a soli 26 anni.