“Twenty years from now, film poetry may well be accepted as a legitimate part of film making and recognized as part of the tradition of modern art, whence it came and to which it belongs. The artists of the coming generation will seriously consider the camera as well as the brush their medium of expression.” Hans Richter, Magazine of Art, febbraio, 1952.
film senza titolo 1′ circa, 1919-1921; Hans Richter & Viking Eggeling
Quante cose nuove si scoprono. All’inizio del secolo scorso, i pittori astratti Hans Richter e Viking Eggeling lavorarono insieme e vissero sotto le stesso tetto. La scoperta ha stuzzicato la mia curiosità e dopo aver immaginato liti furibonde contrapposte a momenti di esaltante creatività e festini selvaggi, ho scoperto che i due pittori vissero insieme per studiare e sperimentare nuovi modi per animare le loro visioni astratte. Riguardo ai festini selvaggi non ho letto nulla, ma ho scoperto che il risultato della loro convivenza fu la produzione di una serie di scroll paintings datati 1919-1921, esperimenti di animazione pittorica basati sul contrappunto, tecnica musicale ispirata loro dalle fughe di Johan Sebastian Bach e reputata dai due artisti la più adatta a controllare il ritmo e il dinamismo delle forme. Durante il loro studio, svilupparono l’idea di “contrasto-analogia” per sottolineare il numero potenzialmente infinito di relazioni possibili tra le forme e gli elementi grafici. Per animare le loro statiche sequenze di relazioni tra forme e fornire allo spettatore un’esperienza attiva e dinamica nel tempo, decisero di provare ad applicare le loro idee e le tecniche sviluppate usando il mezzo cinematografico. Il risultato che volevano ottenere era “un’orchestrazione delle forme”, volevano che le forme pittoriche animate ricordassero gli strumenti musicali di un’orchestra. Anche se non avevano mai usato il mezzo cinematografico, si buttarono nell’impresa e ne sperimentarono l’uso:
“(…) We knew no more about cameras and film than what we had seen in shop windows.(…) We were in a new medium altogether. It was not only the orchestration of form but also of time-relationship that we were facing in film. The single image disappeared in a flow of images, which made sense only if it helped to articulate a new element—time. We realized that the “orchestration” of time was the esthetic basis of this new art form.” (1)
I due artisti scrissero il pamphlet Universal Language per raccogliere i soldi e finanziare il film e nel 1920 ottennero il permesso di usare gli studi di animazione dell’ UFA di Berlino. “Wow” ho pensato appena ho scoperto tutto ciò. In un saggio dove Richter parla della sua pittura e del cinema sperimentale, EASEL – SCROLL – FILM, ho letto che il risultato delle loro ricerche artistiche fu un film di cui non si conosce il nome e che nel titolo di questo post ho chiamato per comodità col nome del saggio. Riguardo al film, si sa poco. Richter ha definito questo film “il nostro primo film astratto”, suo e di Eggeling, ma non ha spiegato nulla riguardo al suo destino. In questo articolo pubblicato da senses of cinema, si afferma che alcune immagini del test film apparvero nel 1921 sul giornale di Theo van Doesburg “De Stijl”. Si dice anche che, una volta iniziato a sperimentare la trasposizione degli scroll paintings sul materiale cinematografico, si accorsero che l’impresa di animare le forme come se fossero strumenti di un’orchestra si rivelò più difficile del previsto e non furono assolutamente soddisfatti del risultato. Dopo svariati tentativi e qualche divergenza di opinioni riguardante l’orchestrazione delle forme e del tempo, i due artisti continuarono a sperimentare con il cinema, ma individualmente, senza spiegare cosa fecero della copia del film che stavano realizzando all’UFA:
“After several failed attempts to directly transfer their scrolls to strips of film, Richter and Eggeling tried to animate hand-drawn images by holding them down with thumbtacks and manually moving them on an editing table. Richter successfully adapted his 1919 Präludium scroll into a brief sequence, but became frustrated at the cumbersome production process and the somewhat awkward results. Increasingly convinced that their techniques were inadequate to the task, Richter abandoned this method in late 1920, which precipitated a falling out with Eggeling, who insisted that picture scrolls should be treated as “scores” for films. After what Richter has called a “Herculean effort”, Eggeling was eventually able to complete the final version of his Symphonie Diagonale shortly before his death in 1925.” (2)
Nessuna fonte spiega che fine abbia fatto il film, a mio parere si tratta di un tentativo sperimentale abbandonato, mai ultimato. In ogni caso, lo considero un film perduto, un’occasione mancata per chi ama la sperimentazione con le immagini in movimento.
(Fonti: citazione n. 1; citazione n. 2; Harmony and Dissent: Film and Avant-garde Art Movements in the Early Twentieth Century di R. Bruce Elder, 2008; Eisenstein on the Audiovisual: The Montage of Music, Image and Sound in Cinema di Robert Robertson, 2009)