“Avant-garde smells like history” (1)
Unter weißen Tüchern, Super 8, 1982-84
25 anni fa cadeva il Muro di Berlino. Prima della caduta, la sua presenza ha influenzato la produzione artistica dei creativi tedeschi residenti in entrambe le parti di Berlino e della Germania. Gli artisti che hanno subìto maggiormente la sua presenza, furono quelli residenti nella Germania Est, schiacciati da un sistema totalitario e da un controllo governativo ossessivo. Ai tempi della DDR, la produzione cinematografica era in mano al governo e la stessa carriera cinematografica dei singoli individui era decisa dalle autorità: se non eri considerato idoneo, non potevi né studiare, né lavorare come regista. Verso la fine degli anni ’70 si sviluppò un movimento artistico underground che coinvolgeva creativi con diversi background artistici, da quello musicale a quello pittorico, che realizzarono film in Super 8 con cineprese di fabbricazione russa, l’unico mezzo cinematografico permesso ed economicamente alla portata di tutti. Gli artisti non proiettarono mai i loro lavori nei cinema dell’Est, perché dal 1976 era diventato illegale proiettare in pubblico film che non avevano passato i controlli governativi, oppure che non avevano ottenuto i permessi e trattandosi per la maggior parte di film sperimentali che non seguivano i dettami del materialismo marxista-leninista tanto caro al regime, essendo non narrativi, astratti, allegorici e realizzati in un periodo in cui la cultura punk stava dilagando, molto probabilmente la censura governativa li avrebbe confiscati e forse arrestato o esiliato i suoi autori, cosa successa ad alcuni artisti, uno fra tutti il poeta e cantautore Wolf Biermann, esiliato dalla Germani Est a causa di alcuni brani musicali. Quindi, per evitare un’accusa di sedizione, i Super 8 venivano mostrati in piccoli circoli di cinefili appassionati o proiettati in casa durante serate tra amici. Alcune pellicole girate in quel periodo sono andate perdute, molte altre sono state raccolte, trovate e messe al calduccio in un archivio grazie all’opera di salvataggio del regista e storico tedesco Claus Loser. Una di queste è il film del titolo del post, girato tra il 1982 e il 1984 dalla pittrice Cornelia Schleime, una dei più noti artisti del cinema underground in Super 8 di quegli anni e cantante di un gruppo musicale punk. Il film venne girato in una casa dove l’artista mise in scena una performance, durante la quale coinvolgeva il pubblico presente. Le persone venivano mostrate con il volto e alcune parti del corpo avvolti da stretti panni di tessuto bianco che le facevano sembrare mummie intrappolate e legate al muro della casa vuota. Un’allegoria delle restrizioni fisiche e psicologiche imposte dal governo e delle condizioni di vita subìte dalle persone e degli artisti residenti nella DDR. Cornelia Schleime riuscì a ottenere un visto per l’Ovest nel 1984, ma prima della partenza le vennero confiscati molti dei suoi lavori. Dopo la caduta del muro, scoprì di essere stata spiata e tenuta sotto controllo per anni dalla Stasi, grazie anche all’aiuto di un membro del gruppo musicale in cui cantava che scoprì essere stato un informatore della Stasi.
(Fonti: blog molto interessante sul cinema della Germania Est; per fare una ricerca su film e artisti della DDR: DEFA FILM LIBRARY; Last Features: East German Cinema’s Lost Generation, Reinhild Steingröver; citazione 1: After the Avant-garde: Contemporary German and Austrian Experimental Film, Randall Halle,Reinhild Steingrover; sito di Cornelia Schleime)